LE DISCROMIE DENTALI – Un problema comune
di Nicola Macris
Spesso i pazienti si presentano a visita ponendo la loro attenzione su una diversa colorazione di alcuni elementi dentari. La risposta non è sempre immediata ma può prevedere una serie di domande per raggiungere una corretta diagnosi.
Può accadere che i denti presentino delle macchie, o addirittura che il loro colore sia diverso da un elemento dentale all’altro: in questi casi si parla di “discromia dentale”. In generale, il colore dei denti è unico e totalmente individuale, diverso da persona a persona; la tonalità cromatica dei denti è legata alla dentina, poiché lo smalto esterno del dente è in realtà trasparente. In pratica, il colore dei nostri denti altro non è che una combinazione cromatica tra dentina e smalto dentale e potrà modificarsi a seguito di una serie di fattori.
Le discromie dentali vengono classificate in:
– ESTRINSECHE: Dipendono dallo stile di vita del paziente. Derivano da sostanze pigmentanti che si legano alla superficie del dente; queste sostanze si trovano in alimenti (caffè, thè, liquirizia, vino rosso ecc) nelle sigarette, nei collutori a base di clorexidina ad uso prolungato ma sono presenti anche nella placca e nel tartaro.
In questo caso vengono effettuate sedute di igiene orale professionali e consigli dall’igienista dello studio di una corretta igiene orale domiciliare personalizzata.
– INTRINSECHE: Sono più profonde e causate da agenti cromogeni all’interno dello smalto o della dentina che possono legarsi sia in fase pre-eruttiva (dovute a tetraciclina, fluorosi, amelogenesi e/o dentinogenesi imperfetta, MIH) sia in fase post-eruttiva (terapia endodontica, traumi, amalgama e erosione).
Le discromie intrinseche non possono essere risolte efficacemente con la sola igiene orale; è consigliabile un trattamento sbiancante in grado di rimuovere le macchie intrappolate nella struttura profonda dei denti. È comunque necessaria una valutazione caso per caso e personalizzata in base alle esigenze del paziente.